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domenica 26 luglio 2009

L'Asse Parigi - Mosca - Pechino

Ciò a cui potremmo assistere nei prossimi mesi, potrebbe essere di una importanza epocale. In questo caso il condizionale è d'obbligo più che mai.

Sto parlando di cosa potrebbe succedere se la strada discussa al summit G8 de L'Aquila fosse percorsa fino in fondo. Ti parlo dell'incontro de L'Aquila, a qualche settimana di distanza dall'evento per raccontarti di cosa si è discusso in quell'ambito, cose ben più importanti del clima e delle quali i soliti media ufficiali "distratti" non hanno riportato nulla, neanche accennandole.

Mentre questi ultimi parlavano della firma di accordi sul clima, a L'Aquila si tessevano le trame dei nuovi equilibri mondiali. Tanto per iniziare il summit italiano ha partorito il primo documento ufficiale firmato congiutamente da G8+G5 (i paesi che compongono il G5 sono i paesi del BRIC cioè Brasile, Russia, India, Cina con l'aggiunta del Sud Africa).

Il Hap, acronimo dell'accordo
che prevede che d'ora in poi la governance finanziaria mondiale sia gestita di comune accordo tra i paesi membri del G8 e quelli che compongono il G5.
Oltre a questo atto importantissimo, si è assistito anche ad una riunione molto sentita sulla richiesta di alcuni paesi di affiancare al dollaro altre monete come valute di riferimento mondiale facendo notare che la moneta nordamericana, data la sua situazione di economia interna non è più in grado di ricoprire da sola questo ruolo.

A chiederlo d gran voce e da tempo è in primis la Cina, a cui si accodano tutti i membri del BRIC con l'aggiunta convinta della Francia e quella un pò più timida della Germania. La Russia rinnovata dalla politica Putin/Medvedev ha dichiarato di voler fare del rublo una valuta di riserva e di riferimento nei commerci internazionali, inoltre, presentando al summit per mano del presidente Medvedev una nuova moneta con inscritto il motto "unità nella diversità".

E mentre gli USA con il coro della Gran Bretagna negano si sia parlato di un ridimensionamento a livello internazionale del dollaro, giungono nuovi proclami dal francese Sarkozy che indica che è ora di mettere in discussione gli accordi di Bretton Woods poichè un mondo multipolare richiede un sistema economico e monetario multipolare; riconfermando l'importanza del compimento dell'unione mediterranea da lui sponsorizzata.

Shiv Shankar Menon, ministro degli esteri indiano, rilascia analoghe dichiarazioni affermando che i paesi emergenti inizieranno ad utilizzare le proprie monete per regolare i commerci tra di loro se non si arriverà in breve tempo alla costituzione di una nuova moneta di riferimento mondiale, chiarendo che anche il presidente brasiliano Lula è dello stesso avviso. Mentre la Cina si accontenterebbe anche di un paniere di monete di riferimento che dovrebbe contemplare anche le valute cinese, russa e brasiliana.

Insomma, gli Stati Uniti in ginocchio economicamente e ormai deboli all'esterno vengono accerchiati dai nuovi paesi emergenti, ai quali si affianca anche l'"Europa che conta" rappresentata da Francia e Germania, mentre nessuna dichiarazione in tal senso è arrivata dai rappresentati italiani.

Sarkozy ha capito che il momento attuale è ineludibile per un rafforzamento dell'Europa tutta contro l'egemonia a stelle e strisce, rafforzamento che deve necessariamente passare attraverso un rinnovato rapporto di alleanza con la politica d'avanguardia della Russia di Putin e la potenza economica della locomotiva cinese che attraverso il possesso di 3/4 del debito pubblico statunitense tiene questi ultimi sotto scacco. A tutto questo si aggiunge l'idea mai sopita dell'Iran di costruire la prima borsa orientale quotata in euro.

Non escludo che nel giro dei prossimi due mesi si debba parlare della nascita di un nuovo ordinamento economico e finanziario mondiale.
Ma tranquillo, per i media si è parlato solo di ambiente.

Marco Piottante

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